Rimozione amianto

Un potenziale pericolo per la salute del cittadino è costituito dalla presenza di materiali contenenti amianto ed altre fibre minerali negli edifici, manufatti e coperture. A partire dagli anni ottanta l’attenzione si è accentuata sulle esposizioni e sulla possibilità di considerare l’amianto un contaminante ambientale.

Sulla base di queste considerazioni, oltre alla Legge 257/92; che vieta nel nostro paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, sono stati emanati alcuni decreti e circolari applicative con l’obiettivo di gestire il problema derivato dall’amianto.

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    RIMOZIONE AMIANTO A BRESCIA E IN LOMBARDIA

    La presenza negli edifici, nei manufatti e nelle coperture edilizie di materiali contenenti amianto ed altre fibre minerali rappresenta una minaccia per la salute del cittadino. L’amianto/eternit è, infatti, composto da un insieme di minerali fibrosi e non combustibili che, una volta inalati, si fanno strada nei polmoni, vengono accumulati senza possibilità di essere smaltiti, e possono causare tumori e mesoteliomi.

    Se il materiale è compatto, cioè se è privo di abrasioni, i rischi sono minori; se invece è friabile, ossia se può essere facilmente ridotto in polvere con la pressione manuale, esiste il pericolo di inalarne le fibre, e di conseguenza può risultare nocivo per la salute. L’esposizione prolungata all’amianto è spesso responsabile di patologie gravi ed irreversibili dell’apparato respiratorio.

    Purtroppo, in passato tale materiale è stato ampiamente utilizzato nei settori dell’edilizia e dell’industria, perché non se ne conoscevano i rischi per la salute. La sensibilità nei riguardi di questa tematica si è sviluppata soltanto a partire dagli anni ’80, periodo al quale risale la prima causa civile contro la Eternit; le operazioni di bonifica dell’amianto sono iniziate già nel 1992, ma la strada da percorrere in questo senso è ancora lunga.

    Oltre alla Legge 257/92, che vieta nel nostro paese l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto, sono stati emanati, per  affrontare questo problema, diversi decreti e circolari applicative. Il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), approvato con la delibera 8/1526 del 22 dicembre 2005, si è posto una serie di obiettivi atti a definire l’entità del rischio da amianto e procedere alla completa rimozione dell’amianto sul territorio regionale. Tra questi, vi sono il completamento del censimento e la relativa mappatura dei siti che presentano eternit.

    Il Gruppo Mossali, con sede a Brescia, si occupa di tutte le operazioni necessarie alla rimozione dell’amianto, dall’estrazione, allo smaltimento e alla bonifica, incluse le pratiche ASL. Il Gruppo è iscritto con n. MI03621 all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella categorie classi 5-F (raccolta e trasporto di rifiuti pericolosi – quantità annua complessivamente trattata inferiore a 3.000 t), 10A (attività di bonifica amianto effettuata sui materiali edili contenenti eternit legato in matrici cementizie o resinoidi) e 10B (attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali: materiali d’attrito, materiali isolanti: pannelli, coppelle, carte e cartoni, tessili, materiali spruzzati, stucchi, smalti, bitumi, colle, guarnizioni, altri materiali isolanti, contenitori a pressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto

    . Siamo, quindi, autorizzati al trattamento, alla rimozione e al trasporto dell’amianto presso le discariche autorizzate a gestire rifiuti pericolosi.

    Se hai necessità di smaltire grandi quantità di amianto, contattaci per un preventivo gratuito e per ricevere tutte le informazioni su questa prassi compilando il modulo qui sotto.

     

    ANALISI PRELIMINARE AMIANTO

    Per definire lo stato di conservazione di una copertura o di un edificio in amianto o in materiali di fibre minerali, è necessario eseguire un’ispezione.  Il sopralluogo preliminare per l’analisi dell’amianto è gratuito ed è indispensabile per:

    • individuare la presenza di amianto o fibre minerali potenzialmente contaminate;
    • prelevare campionature da sottoporre ad analisi presso laboratori specializzati;
    • reperire la documentazione per preparare la pratica da presentare agli enti;
    • rilevare misure e spessori delle superfici a rischio;
    • effettuare l’analisi per accertare l’eventuale presenza di amianto nel suolo;
    • eseguire la necessaria documentazione fotografica;
    • determinare e predisporre il tipo di intervento da attuare;
    • valutare le eventuali opere di sicurezza necessarie allo svolgimento dei lavori;
    • redigere un preventivo gratuito con capitolato delle opere da eseguirsi.

     

    Perché è importante effettuare il sopralluogo?

    Il sopralluogo è di fondamentale importanza perché permette di analizzare la logistica di cantiere per allestire correttamente ed efficacemente i lavori.

    Occorre, infatti, individuare le aree in cui posizionare l’unità di contaminazione per il personale e lo stoccaggio temporaneo, in cui gestire la viabilità di cantiere (ed esempio l’accesso degli automezzi, il posizionamento eventuale di autogru o cesta, ecc.); occorre, inoltre, concordare con la committenza le tempistiche e le modalità di lavoro per poter creare il minor disagio possibile alle normali attività svolte nel sito in oggetto.

    Oltre a ciò, per rilevare la presenza di amianto nei materiali (nelle coperture o negli isolamenti) è necessario prelevare delle campionature da far analizzare in laboratorio. L’analisi viene condotta su un piccolo campione, rappresentativo dell’intero materiale che si intende analizzare. Sarà, perciò, nostra cura prelevare, impacchettare con il miglior criterio e recapitare il campione ad un centro analisi autorizzato ad eseguire le prove necessarie.

    Analizzando i campioni, è possibile individuare se il materiale contiene amianto (analisi qualitativa), quale tipo di amianto (analisi morfologica) o la quantità di amianto contenuta (analisi quantitativa – ponderale). La scelta della tecnica analitica dipende dal tipo di materiale sottoposto ad analisi e dalla sua concentrazione di amianto. Questi i due sistemi di analisi:

    • Analisi MOCF (Microscopia Ottica in Contrasto di Fase). Con questo metodo, tutte le fibre regolamentari vengono contate come fibre di amianto, per cui il dato può essere sovrastimato. Il metodo è quindi più garantista dal punto di vista della prevenzione.
    • Analisi SEM (Microscopia Elettronica a Scansione). È un’analisi molto precisa, in quanto ha un maggiore potere risolutivo, permette di determinare con esattezza il numero e il tipo delle fibre di amianto presenti.

    Oltre alla mera analisi dei materiali, il Gruppo Mossali si avvale anche del supporto di professionisti qualificati ed abilitati ad eseguire il monitoraggio delle fibre libere aero disperse, prima, durante e dopo i lavori.

    Si procederà, quindi, ad effettuare i campionamenti in accordo con le metodiche della normativa corrente. In particolare si seguiranno i criteri presenti nel DM del 06/09/1994 allegato 2, punto B (“Determinazione quantitativa delle concentrazioni di fibre di amianto aero disperse in ambienti indoor”) e quelli dettati dal DLG 257/2006. Al termine delle prove, verrà rilasciata una relazione redatta dal laboratorio o tecnico autorizzato che illustrerà i risultati ottenuti, anche in riferimento a limiti di legge.

    L’Indice di Degrado

    Il Gruppo Mossali redige, in aggiunta a ciò, per i suoi clienti un Indice di Degrado secondo quanto predisposto dalla Normativa. Questo indice serve a determinare lo stato di conservazione della copertura, dell’edificio o del manufatto in questione, per individuare gli interventi di monitoraggio o di bonifica che il proprietario o responsabile dovrà poi eseguire. L’indice di Degrado considera:

    • Il grado di consistenza del materiale;
    • La presenza di fessurazioni, sfaldamenti o crepe;
    • La presenza di stalattiti ai punti di gocciolamento;
    • La friabilità o sgretolamento; la ventilazione; il luogo di vita/lavoro;
    • La distanza da finestre, balconi, terrazze;
    • Le aree sensibili;
    • La vetustà.

     

    Il risultato dell’applicazione di questa analisi è un numero a cui corrispondono gli interventi da effettuare, cioè:

    • ID inferiore o uguale a 25 = nessun intervento e riesame con frequenza biennale;
    • ID compreso tra 25 e 44 = esecuzione della bonifica entro 3 anni;
    • ID uguale o maggiore di 45 = rimozione della copertura entro i successivi 12 mesi.

    Nel caso in cui l’Indice di Degrado ottenuto non sia tale da richiedere la rimozione della copertura entro 12 mesi, il proprietario o il responsabile dovrà comunque:

    • nominare un responsabile per la manutenzione dei materiali in amianto;
    • preparare la documentazione che consenta di individuarne l’ubicazione;
    • garantire efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi di manutenzione e in occasione di ogni evento che possa creare un disturbo ai materiali contenenti amianto;
    • informare correttamente gli occupanti dell’edificio sulla presenza di amianto nello stabile.

     

    Per tutte le altre informazioni sulle procedure per le analisi dell’amianto, e per le analisi dell’amianto eventualmente presente nel suolo, contatta Mossali Group senza impegno e richiedi un preventivo gratuito.

     

    PROGETTAZIONE E OPERE DI SICUREZZA

    Come è noto, la bonifica dell’amianto in matrice compatta consiste soprattutto nella rimozione delle coperture in cemento-amianto, la quale comporta un rischio di cadute dall’alto. Questo rischio richiede il massimo rigore nel predisporre le necessarie misure di prevenzione. Il piano di lavoro dovrà, perciò, includere la progettazione delle relative misure di sicurezza; nel dettaglio:

    • la descrizione della copertura: i materiali costruttivi, il carico soletta, l’altezza, la pendenza, gli accessi presenti, le attività e gli impianti sottostanti, ecc.;
    • il rischio di caduta: la descrizione delle aperture nel vuoto (esterne-interne), la tirante d’aria, l’effetto pendolo, ecc.;
    • la descrizione delle misure di sicurezza contro le cadute dall’alto, con giustificazione della scelta secondo il principio del minor rischio, e della priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale (ad es., ponteggi perimetrali, parapetti guardiacorpo, sottoponti, reti anticaduta, linee vita, ancoraggi strutturali) e delle modalità di allestimento (es. modalità di installazione linea vita, montaggio parapetti guardiacorpo, ecc.);
    • la descrizione delle aree di cantiere e la logistica degli impianti e delle attrezzature: progettazione delle aree di deposito rifiuti, allestimento servizi igienico-assistenziali, delimitazione cantiere, percorsi preferenziali ecc., con evidenziazione su elaborato grafico;
    • la descrizione dei DPI scelti in relazione ai dispositivi di sicurezza individuati: cordini, dispositivi, assorbitore di energia, ecc.;
    • le emergenze: nel valutare il sistema anticaduta, andranno analizzate contemporaneamente le possibilità, le modalità, le attrezzature ed i tempi del soccorso.

     

    La progettazione di questi aspetti dovrà essere proporzionale ai rischi evidenziati dall’analisi dell’intervento di bonifica. Di conseguenza, nei casi che comportano un elevato rischio di caduta (ad es., la mancanza di soletta portante e lucernari), dovrà essere allegata al piano di lavoro una apposita relazione, con animetria, comprovante la sicurezza dei lavoratori, dal momento dell’accesso in quota a tutte le altre fasi.

     

    BONIFICA AMIANTO A BRESCIA

    La bonifica dell’amianto consiste nel rimuovere, previo trattamento, le lastre contenenti questo materiale dalla copertura, e nel trasportarle in discarica debitamente sigillate.

    Dato che la copertura in cemento-amianto potrebbe rilasciare fibre – se venisse abraso, segato, perforato, spazzolato o deteriorato – occorre prestare molta attenzione per salvaguardarne l’integrità in ogni fase di lavoro. La rimozione è l’intervento più oneroso nell’immediato, perché comporta la produzione di notevoli quantità di rifiuti e l’installazione di una nuova copertura, ma ha il vantaggio di sollevare dalla necessità di attuare un programma di controllo e manutenzione dei materiali contenenti amianto in sede.

    Nel corso della bonifica di vecchie coperture, le fibre di amianto in superficie possono staccarsi facilmente, e le polveri possono essere presenti sul solaio o nei punti di sovrapposizione e foratura o ancoraggio delle lastre. Quindi, si deve intervenire con cautela nella manipolazione dei materiali per evitare rischi per operatori ed ambiente.

    Il cantiere deve essere opportunamente recintato e fornito di specifica segnaletica riguardante la presenza di amianto/eternit. Il personale del cantiere, estraneo  alle lavorazioni, verrà preventivamente informato, e nel corso dei lavori sarà interdetto l’accesso alla zona lavori. Ad ogni operatore saranno forniti adeguati D.P.I., come da normativa CEE:

    • Una tuta intera, in Tyvek, (di tessuto atto a non trattenere le fibre), con cappuccio, elastico
      ai polsi e alle caviglie;
    • Sovrascarpe in Tyvek;
    • Caschi protettivi;
    • Scarpe antinfortunistiche;
    • Mezzi di protezione individuale delle vie respiratorie (mascherine FPP3).

    Le lastre, prima di qualsiasi manipolazione, dovranno essere preventivamente trattate con prodotti incapsulanti, applicati con pompe airless, per bloccare le fibre libere. Il prodotto utilizzato deve avere un colore ben visibile per permettere di riconoscere le zone della copertura già bagnate.

    Dopo l’asciugatura del prodotto incapsulante, ha inizio la fase dello smontaggio dei gruppi di fissaggio costituiti da viti, ganci o altro, da compiersi con strumenti manuali o a batteria (anche provvisti di sistema aspirante delle polveri), senza mai impattare con violenza sulla superficie delle lastre. Una volta che le lastre siano libere, si provvederà alla rimozione e alla realizzazione del pallet per il trasferimento in discarica.

    Se la copertura su cui si opera garantisce la tenuta, lo smontaggio può essere realizzato in quota; diversamente, le lastre devono essere calate a terra, a mano o con idonei mezzi di sollevamento, per essere impilate sopra un telo plastico sovrastante un pallet in legno, e bagnate ancora con incapsulante ai lati della pila e sulla faccia in precedenza non trattata. La sigillatura del telo plastico è garantita da nastro adesivo o film termoretraibili. Eventuali frammenti di lastra andranno posti in sacchetti tipo “big bag”.

    Per tutte le altre informazioni sulle attività di bonifica amianto a Brescia e nelle zone limitrofe, contatta Gruppo Mossali  utilizzando il modulo sottostante.

     

    Rimozione dei manufatti in cemento-amianto

    Sono frequenti anche gli interventi di rimozione di materiali contenenti amianto in matrice compatta diversi dalle lastre di eternit. Per quanto riguarda la bonifica di canne fumarie e tubazioni che si trovano in ambienti confinati, l’intervento dovrà essere effettuato con tecnica del glove bag quando possibile (in tratti di piccole dimensioni), o comunque all’interno di un confinamento statico e con procedura di restituzione finale (campionamenti in S.E.M).

    Per confinamento statico si intende la rimozione di tutto il materiale tossico possibile dal locale in cui deve essere effettuato l’intervento, e il rivestimento con teli di polietilene delle parti e degli impianti fissi, delle porte e finestre, dei pavimenti durante tale processo. Le modalità di rimozione e trattamento saranno quelle previste dal D.M. 06.09.1994 punto 7b, per quanto attiene al trattamento incapsulante preliminare, la movimentazione senza rotture, le attrezzature manuali, l’imballaggio, le pulizie ecc.

     

    Bonifica materiale in cemento-amianto depositato a terra

    Vale la pena ricordare che sono vietati l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti al suolo e l’immissione di rifiuti di qualsiasi genere nelle acque superficiali o sotterranee.

    Per il recupero e lo smaltimento di lastre a terra, è prevista la procedura agevolata di presentazione della sola notifica. Quando non si tratti di lastre esplicitamente abbandonate (generalmente in campagna o lungo i cigli delle strade), è opportuno integrare la notifica con una dichiarazione del proprietario, corredata di fotografie, inerente le circostanze del ritrovamento o la presenza del materiale nella propria pertinenza.

    Le lastre rinvenute a terra dovranno essere comunque trattate con prodotti incapsulanti e sigillate all’interno di appositi pallet, per poi essere conferite alla discarica autorizzata. Gli imballaggi andranno poi etichettati indicando la presenza di amianto. I pallet così confezionati andranno temporaneamente alloggiati in un’area isolata e protetta del cantiere affinché non vengano danneggiati gli involucri.

    Tutte le operazioni di rimozione del materiale contenente amianto sono eseguite nel rispetto della normativa generale in materia di sicurezza sul lavoro e di quella specifica (D. Lgs. 81/08), che disciplina l’attività di rimozione di materiali contenenti amianto. Al termine dei lavori, verrà rilasciata tutta la documentazione attestante l’avvenuto smaltimento del materiale rimosso in un Impianto autorizzato.

     

    Bonifica di fibre minerali

    La Regione Lombardia ha adottato, con Decreto 13541 del 22 dicembre 2010, le “Linee Guida per la Bonifica di Manufatti in Posa Contenenti Fibre Vetrose Artificiali”, finalizzate a ridurre il rischio durante le attività di bonifica di manufatti già in posa e destinati allo smaltimento. Le linee guida non prendono in considerazione le esposizioni legate alle fasi produttive delle fibre artificiali vetrose e alla posa dei manufatti che le contengono.

    Il documento è rivolto alle imprese che effettuano la bonifica di manufatti già in opera alla data di approvazione delle linee guida, nonché agli organi di controllo a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della popolazione. Nel documento sono evidenziati i metodi e le procedure da seguire durante la rimozione, il trattamento e la bonifica delle diverse tipologie di FAV, caratterizzate da una specifica biopersistenza in funzione della composizione chimica e del diametro geometrico medio ponderato rispetto alla lunghezza.

    L’impresa che effettua la bonifica adotterà le misure operative sulla base delle certificazioni analitiche delle fibre contenute nel manufatto e rilasciate da laboratori accreditati. In alternativa alla certificazione analitica, l’impresa che effettua la bonifica potrà attestare ai fini della tutela della salute, la biosolubilità o la non pericolosità delle fibre contenute nel manufatto in posa ed oggetto di bonifica, anche sulla base di certificazioni di prodotto rilasciate da enti di certificazione, ad esempio EUCEB e RAL. La documentazione relativa alle certificazioni dovrà essere conservata in sede di cantiere ed esibita all’organo di vigilanza in caso di controlli.

    Le operazioni di bonifica non comportano l’obbligo da parte dell’impresa esecutrice della presentazione alla ASL, territorialmente competente per il luogo della bonifica, del piano di lavoro (art. 256 D.Lvo 81/08); tuttavia l’impresa è tenuta ad effettuare la valutazione del rischio, secondo gli obblighi normativi o il Piano Operativo di Sicurezza (POS) in caso operi in un cantiere temporaneo mobile come definito ai sensi del Titolo IV del D.Lgs 81/08.

     

    GRUPPO MOSSALI BONIFICA AMIANTO A BRESCIA

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